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Education modulates brain maintenance in presymptomatic frontotemporal dementia

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Education modulates brain maintenance in presymptomatic frontotemporal dementia.

Stefano Gazzina, Mario Grassi, Enrico Premi, Maura Cosseddu, Antonella Alberici, Silvana Archetti, Roberto Gasparotti, John Van Swieten, Daniela Galimberti, Raquel sanchez-Valle, Robert Jr Laforce, Fermin Moreno, Matthis Synofzik, Caroline Graff, Mario Masellis, Maria Carmela Tartaglia, James B Rowe, Rik Vandenberghe, Elizabeth Finger, Fabrizio Tagliavini, Alexandre de Mendonça, Isabel Santana, Christopher R Butler, Simon Ducharme, Alex Gerhard, Adrian Danek, Johannes Levin, Markus Otto,  Giovanni Frisoni, Sandro Sorbi, Alessandro Aadovani, Jonathan D Rohrer, Barbara Borroni, on behalf of the Genetic FTD Initiative, GeNFI

J Neurol Neurosurg Psychiatry 2019 90(10):1124-1130. doi: 10.1136/jnnp-2019-320439.

La Demenza Frontotemporale genetica è preceduta da un lungo periodo in cui, nonostante l’evidenza di cambiamenti iniziali evidenziati dai biomarcatori e nella struttura del cervello, il comportamento e la cognizione sono preservati.
Riuscire ad agire con interventi farmacologici e non in questa fase, ovvero quando il cervello può ancora far fronte ai processi patologici, consentirebbe di ottenere risultati migliori ritardando l’insorgenza della malattia.
Oltre ai futuri trattamenti modificanti la malattia, la possibilità di intervenire sull’ambiente e su altri fattori modulanti è interessante.
Alcune prove mostrano che gli ambienti stimolanti portano ad un aumento di volume del cervello e a migliori prestazioni cognitive (neuroplasticità): questi effetti sono comuni sia nell’invecchiamento fisiologico che in quello iniziale patologico, suggerendo che la neuroplasticità può essere mantenuta anche nei cervelli malati.
Dunque lo stile di vita agisce aumentando il mantenimento del cervello?
Per verificare questa ipotesi, Gazzina e collaboratori hanno valutato l’effetto del livello di istruzione scolastica sui cambiamenti longitudinali della materia grigia del cervello e sulle prestazioni cognitive in una vasta coorte di soggetti portatori e non portatori di una mutazione genetica che conduce alla Demenza Frontotemporale.
I risultati sembrano confermare che un’elevata istruzione conferisce volumi di materia grigia più elevati e un maggiore mantenimento del cervello nel tempo. È interessante notare che, come precedentemente riportato, alti livelli di istruzione hanno avuto un effetto significativo sul volume della materia grigia anche nei soggetti non portatori di mutazione, sostenendo l’idea di un effetto benefico generalizzabile dell’istruzione.
Questo studio dimostra che, anche in presenza di processi patologici sottostanti, l’educazione
può facilitare sia la riserva del cervello che il mantenimento dello stesso nella fase presintomatica della malattia genetica. Si potrebbe dunque affermare che non è tutto interamente determinato dalla nascita e questo apre prospettive entusiasmanti per ritardare l’insorgenza dei sintomi.

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